Palazzo De Filippis

XII-XIII secolo

Il palazzo, probabilmente, ha inglobato nella sua struttura il monastero basiliano di S. Angelo, posto “vicino le mura di Tiriolo”, del quale si hanno notizie in una relazione di Atanasio Calcheopulo che lo visitò nel 1458 trovandovi un presbitero latino, alcuni libri delle messe, la proprietà di una vigna in località Licari e di una casa. Fu visitato pure nel 1551 da Marcello Terracina che lo trovò in stato di abbandono, senza “abbatem”, però, rinvenne all’interno della chiesa muri dipinti con immagini di Santi.
La costruzione del palazzo De Filippis può farsi risalire tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento. La famiglia di piccoli possidenti, si elevò ulteriormente con Vito De Filippis, diventato amministratore dei beni della famiglia Cigala.
Dell’antico palazzo si conserva una parte del loggiato ad archi che si affacciava sul giardino dell’antico convento, alcuni ambienti adibiti a magazzino dotati di pozzo-cisterna. La facciata, dov’è posta la lapide commemorativa a Vincenzo De Filippis matematico, filosofo, ministro e martire della Repubblica Partenopea del 1799, presenta una decorazione architettonica in stile neoclassico, risultato di un restauro nel 1909.
Ai lati del portale d’ingresso sono posti due tamburi di macine in pietra lavica del periodo brettio (III-IV sec. a.C.) utilizzati come paracarri.

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