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Breve Guida

Per chi voglia visitare Tiriolo il punto di partenza è piazza Italia: delimitata da viale mazzini, dalla chiesa e da Palazzo Alemanni, essa è il risultato della sovrapposizione di più epoche. Palazzo alemanni sembra voglia disgiungere antico e moderno: al di là di esso ci si dimentica di bar e pub, le strade larghe e spaziose spariscono improvvisamente fra casupole che si arrampicano su per una dolce collina disegnando viuzze che talvolta si allargano per far spazio a palazzi nobiliari come quello dei nobili De Filippis, per poi stringersi di nuovo ricominciando a salire. Di fronte a palazzo Donati la strada si tramuta in terrazza: ora si ha l’impressione di dominare la valle sino al mare. Ecco perché in piazza l’Ulisse di Maurizio Carnevale guarda da una parte e dall’altra! Vedere i due mari contemporaneamente, il monte di Tiriolo i cui pendii conducono lo sguardo sino a Catanzaro, le montagne con i paesini arroccati sulle cime, poi le Serre, l’Etna, il golfo di Sant’Eufemia e l’orizzonte interrotto dalle sagome delle isole Eolie fra cui lo Stromboli fumante, il sole che vi si tuffa vicino e la luna che proietta la sua ombra dorata sull’altro mare… Non rimane che salire e scoprire cos’altro si nasconde dietro le casette che hanno ricominciato ad attaccarsi fra loro e a formare muri, apparentemente invalicabili. Dopo la prima curva una nuova terrazza e la porta di palazzo Schettini oltre la quale un viottolo che collega gli ambienti del palazzo. Dimora di nobili in età moderna, ancora conserva la cappella seicentesca. Palazzo Schettini, la cui facciata sorveglia l’istmo calabrese, costeggia la strada che conduce alla Chiesa matrice che, sfidando in passato il castello normanno, demarca con esso la collina di Lairta. Torniamo in Piazza Italia, e questa volta proseguiamo alle spalle della Chiesa di santa Maria delle grazie. Giungiamo presso la piazzetta di santa Nicola, coperta fino a poco tempo fa dalle fronde del pioppo secolare. La piazzetta è l’anticamera del Monte Tiriolo dalla cui cima spuntano la fortezza bizantina e l’ecomuseo. Una volta goduto del panorama offerto dalla montagna, torniamo nuovamente in piazza Italia e questa volta dirigiamoci verso la direzione indicataci dalla prua della nave di Ulisse. Subito, incontriamo la cappella dei principi Cigala, il cui palazzo è infondo alla strada. Alle sue spalle sorge monte Gianmartino, ai cui piedi il Palazzo dei delfini, probabile centro della Tiriolo brettia, poi distrutto dai Romani è stato riportato alla luce. Il monte Tiriolo, la collinetta di Lairta e il monte Gianmartino abbracciano il centro abitato, separandolo dall’aperta campagna i cui frutti la cucina tradizionale ha reso vere e proprie ricchezze oggi riproposte e apprezzate sia nelle famiglie che nei ristoranti. La tradizione contadina sopravvive non solo in cucina: le ragazze tiriolesi ancora oggi conservano con orgoglio l’abito tradizionale cucito per loro dalle nonne, il celebre abito della pacchiana che ha affascinato viaggiatori, stilisti e scrittori, abito il cui pezzo celebre è il vancale, lo scialle di seta particolarmente apprezzato anche dai turisti.
Recentemente una parte importante sembra voler giocare l’artigianato del legno e dunque la produzione degli strumenti musicali: la musica tradizionale gioca un ruolo importante nelle manifestazioni, dove si incontra e si mischia a quella più moderna. tuttavia la tradizione più importante è rappresentata dal monmento di Ulisse, la cui presenza non ricorda solo le teorie del prof. Wolf – secondo il quale il re di Itaca ha soggiornato a Tiriolo presso la corte di re Alcinoo – ma soprattutto il dovere e il piacere che i tiriolesi hanno nell’accogliere.