Enogastronomia

La gastronomia locale richiama (come del resto quella meridionale) le abitudini alimentari del mondo contadino utilizzando come alimenti base i prodotti della terra fra cui spiccano gli ortaggi, i cereali, l’olio extravergine di oliva. La carne bovina è rimasta quasi sconosciuta fino a qualche decennio fa, mentre ruolo importante ha ricoperto la carne del maiale. Fare “u puercu” è stato nel passato ed in parte continua ad essere un’occasione di festa, quasi un rituale, che ricollegandosi alle tradizioni pagane si colora di sacrificio propiziatorio. Non dobbiamo dimenticare che le pietanze “grasse” consumate nel periodo di carnevale si contrappongono “ con ostentazione “ al digiuno di quaresima.
Dal maiale come piatti tipici si ricavano : “i fresulimiti”, un amalgama denso di grasso e pezzetti di carne, ”u suzu” gelatina che si ottiene dalla bollitura della testa del maiale con l’aggiunta di aceto ed erbe aromatiche, ”e frittule” pelle di maiale bollita a lungo con poca acqua , “ u sanguinazu”, considerato un dolce, è preparato con il sangue del maiale bollito con vino cotto, uva passa, noci ed aromatizzato con cannella, chiodi di garofano, e buccia di mandarino o di arancia. Per quanto riguarda i dolci veri e propri, il riferimento alla tradizione li collega alle feste religiose più significative. La loro preparazione, in giorni particolari, assume significato di buon augurio; collegandosi a pieno titolo fra i riti pagano- religiosi delle tradizioni magno-greche. Per Natale tra i dolci più diffusi troviamo “i graviuoli” bocconcini a forma di gnocco, aromatizzati con molta cannella e ricorperti di miele “e zippule” nocette di farina di castagne, fritte in olio d’oliva “i cuddurieddi” ciambelle a base di farina, patate e lievito, fritte in olio d’ oliva. Dolci tipici della domenica delle Palme sono “e cudduredde” preparate di solito la mattina del sabato, con un impasto di farina e uova, infornate e ricoperte dall’ “annaspru”, una crema di zucchero e albume, e stese ad asciugare al sole primaverile. Tra i dolci pasquali segnaliamo inoltre “e cuzzupe” a base di farina, uova e latte che si preparano in genere il giovedì santo ed hanno diverse forme decorate da fregi. Possono essere a treccia e a “cuddura” con uova messe sopra ed infornate insieme alla pasta. Per le bambine è tipica la “pupa” che nel passato assumeva significato di vero e proprio giocattolo; “I fraguni” un impasto di farina, lievito, sugna e pepe nero, preparato a forma di canestro e riempito con uova, ricotta e pezzi di salsiccia. I fraguni erano consumati il sabato santo dopo il suono della Gloria che annunciava la resurrezione e la fine dell’astinenza.
E’ evidente che i dolci pasquali hanno come ingredienti predominanti le uova. Uovo inteso come simbolo di fecondità, rappresenta, la rinascita della vita secondo la tradizione religiosa della Pasqua e il risveglio della natura che in primavera prepara i suoi frutti.

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